Origini
I numerosissimi reperti archeologici recuperati dal Gruppo Archeologico Scarperia (GAS) in oltre venti anni di attività sul territorio necessitavano di essere conservati ma anche valorizzati e resi fruibili alla popolazione locale, agli interessati di archeologia e alle scolaresche attraverso apposite iniziative didattiche.
Da qui l’idea di allestire una esposizione permanente dei reperti , con l’opportuno apparato didattico e iconografico.
I locali furono individuati in alcuni annessi rustici compresi nel complesso della Pieve e adiacenti al chiostro.
La ristrutturazione degli ambienti, abbandonati da decenni e fatiscenti, è stata assai complessa e costosa ma ha consentito di recuperare e valorizzare volumi importanti inseriti nel monumentale complesso della Pieve.
Il Villaggio preistorico
In un terreno a sud dei locali espositivi e ad essi collegato si è completata la ricostruzione di un villaggio preistorico a dimensioni naturali a corredo della interessante (ed unica nel Mugello) esposizione di reperti preistorici della vallata, i più antichi dei quali risalgono al Paleolitico Inferiore (250mila anni fa).
Il villaggio è costituito da tre capanne: una di cacciatori paleolitici, una di agricoltori-allevatori dell’Età del Bronzo (circa 5mila anni fa) e una dell’Età del Ferro (sec.X° a.C.). Le capanne sono tutte arredate con i “letti”, il focolare, il telaio per tessere, le armi e gli utensili e tanti altri oggetti della vita quotidiana del tempo. Intorno alle capanne ci sono altri manufatti, come pietre infisse, pali con carcasse di animali, e anche una tomba a fossa dell’Età del Ferro.
Il tutto per ricreare un’ambientazione evocativa dell’epoca preistorica.
Il villaggio è visitabile insieme al Museo
Percorso espositivo e didattico
L’esposizione illustra nella prima sala, con reperti originali in gran parte silicei provenienti dal territorio del Mugello, la presenza umana nelle varie epoche della preistoria, dal Paleolitico Inferiore fino all’Età del Bronzo. Oltre agli strumenti di pietra selce originali, l’esposizione è arricchita da un suggestivo apparato didascalico, con scene di caccia, diorami tridimensionali, e altro che facilitano la comprensione dell’epoca preistorica.
Uno speciale espositore accoglie ricostruzioni con materiali naturali di strumenti completi del supporto ligneo (manico): zappe, falci, coltelli, mazze, grattatoi eccetera, che il visitatore è invitato a toccare e impugnare per un’esperienza più emozionante.
Le altre sale documentano il periodo etrusco (cippo, stele, ceramiche) e romano (laterizi e ceramiche , tra cui un particolare orcio detto glirarium dove si allevavano i ghiri, di cui i romani erano ghiotti).
Molti i reperti anche del periodo medievale (ceramiche, oggetti in metallo come punte di freccia e di balestra, monete, e altro) provenienti dai castelli della zona. Un grande plastico rappresenta l‘assedio del castello di Montaccianico del 1306, in seguito alla cui conquista e distruzione gli Ubaldini cominciano il lungo declino a vantaggio del dominio di Firenze su tutto il contado mugellano.
Un ampio apparato didattico (gigantografie, tabelloni, grafici, ricostruzioni ecc.) aiutano la “lettura” e la comprensione dei documenti archeologici.